”Ti scrivo da…”
Le amabili cartoline di saluti dal luogo dove si è stati per vacanza o per necessità, non se ne scrivono più.
Eppure per molti di noi, le colorate vedute di paesi lontani che ci facevano scoprire posti nuovi, portavano allegria e sentimenti.
Nel ricevere il rettangolo illustrato si avvertiva l’attenzione affettiva di chi l’aveva spedita; a volte il pensiero scritto era atteso spasmodicamente da riceventi particolari: gli innamorati ad esempio, che per periodi più o meno lunghi (il servizio militare, lavoro o altro) vivevano la separazione.
Le cartoline, inoltre avevano la capacità di promozionare il nostro patrimonio artistico con elementarità e di far fruire con gli occhi, oltre che con l'immaginazione, i luoghi simbolo.
L’hobby della raccolta delle cartoline unitamente a quella dei francobolli, inoltre, era un simpatico passatempo; a volte si intrecciavano gare per avere il possesso di cartoline più esotiche possibile.
Altri tempi, appartenuti alla nostra storia non certo recente, ma pur sempre da considerare, se la fotografia è anche documentazione.
Il tema proposto, nel tentativo di superare il surplus d’immagini dedite alla sola tavola imbandita con dovizia o al cibo che ci si appresta a mangiare, si prefigge di rilanciare la sana e bella abitudine di scegliere ed inviare la "cartolina" che più veicola a il nostro messaggio, con luoghi, paesaggi, immagini, orizzonti, costume e tradizioni.